
In questi ultimi mesi ci si è soffermati molto attentamente sui dati inerenti alla produzione, all’export, al digital e al settore finanziario, tralasciando uno dei cardini dell’economia: le risorse umane.
L’Istat ha stilato un’analisi accurata dei dati aggiornati dei giovani in fuga dall’Italia e la stima risulta allarmante : ben 191 mila cittadini hanno lasciato il paese per cercare opportunità professionali migliori in Spagna, tra cui 155 mila italiani e 35 mila stranieri.
Da questa costatazione si è arrivati anche a superare il momento storico della Grande recessione avvenuta 15 anni fa ed è giunto il momento di indagare sul perché di questa fuga di massa.
Purtroppo un quadro preciso e completo non si può ancora avere sotto gli occhi, poiché sono numerosissimi gli italiani che emigrano, ma lasciano la loro residenza registrata in Italia. Però ciò che è certo è che i giovani di adesso cercano al primo posto condizioni di vita migliori, al secondo posto cercano paesi in cui la tassazione è più rapportata al loro guadagno effettivo. Secondo alcune statistiche più del 60% delle tasse in Italia non è più calcolato sulla capacità di contribuzione del singolo cittadino e da qui si genera il declino.
Un altro elemento di allontamento è anche la difficoltà dei giovani di investire i loro conti in banca, che risulta in molti casi improponibile e con condizioni di estrema difficoltà e chiusura. Questo purtroppo aumenta l’attrattività dell’emigrazione europea e sta facendo crescere notevolmente una fuga di cervelli validi, che però ambiscono a un futuro più florido altrove.