
L’accordo dell’OMS( Organizzazione Mondiale Sanità) prevede un lavoro di squadra nel contenimento di future pandemie, cercando di attenuare i contagi, con una maggiore informazione e trasparenza in merito ai nuovi agenti patogeni e collaborare all’elaborazione di nuovi farmaci adeguati ai nuovi studi, senza avere l’obbligo di vaccinazione.
Il tutto è stato formalizzato a seguito del via libera proclamato questa mattina in occasione della 78esima Assemblea Mondiale della Sanità, laddove il giorno precedente in commissione si era votato, 124 erano i paesi a favore, 11 astenuti tra cui anche l’Italia, Israele, Russia,Iran,Slovacchia, Polonia.
Da ricordare, l’uscita dall’OMS degli Stati Uniti poco dopo l’elezione di Donald Trump.
Ma qual è stato il posizionamento dell’Italia in merito a questa questione? Il ministro della salute, Orazio Schillaci si pronuncia così, nella sua documentazione rilasciata nella casa madre di Ginevra : “l’Italia intende ribadire la necessità di riaffermare la sovranità degli Stati nell’affrontare le questioni di salute pubblica”.
Nonostante i dissensi tra i voti di opposizione e le astensioni, lo spirito dell’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus non sembra essere scoraggiato: “Oggi è un giorno storico”, ha detto, “questo accordo è una vittoria per la salute pubblica, la scienza e l’azione multilaterale. Ci permetterà, collettivamente, di proteggere meglio il mondo dalle future minacce pandemiche”.
L’accordo è stato frutto di 3 anni di lunghi e imperturbabili negoziati che erano subentrati per via dei continui disequilibri nell’accesso alle terapie e ai vaccini, che purtroppo permettevano di avere delle preferenze ai paesi più ricchi. Proprio per questa ragione si è provveduto a una collaborazione globale che permettesse di forgiare un’identità più forte ed equa in previsione di future pandemie.
Questo comporta, di conseguenza, un adeguamento da parte delle case farmaceutiche sul contenimento dei costi : il 20% della loro produzione di vaccini si trasformerebbe in trattamenti e sistemi diagnostici, il 10% del ricavato gratuitamente e il resto a prezzi più bassi per consentire a tutti i paesi di usufruirne