
Giornata mondiale contro il tumore ovarico: l’8 maggio il Ministero della Salute si illumina di azzurro
In occasione della Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico la sede centrale del Ministero della Salute sul Lungotevere Ripa si illumina di azzurro tiffany, anche per rendere omaggio al professor Giovanni Scambia, luminare della ginecologia oncologica recentemente scomparso. La prof.ssa Fagotti del Policlinico Gemelli, presidente ESGO e membro del comitato scientifico di Loto Odv: “L’IA fornisce nuovi strumenti per il trattamento del tumore, in particolare per diagnosi precoce e imaging”.
Più di 6mila donne all’anno: è il numero di italiane che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore dell’ovaio. Un tumore subdolo, di cui non si parla abbastanza; è la malattia tumorale femminile meno conosciuta, più sottostimata, ma anche la più letale: la percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è attorno al 43 per cento, soprattutto perché in molti casi la malattia viene diagnosticata quando è in fase già avanzata. Negli ultimi anni i tassi di mortalità sono in diminuzione, grazie anche all’introduzione di nuove ed efficaci strategie di trattamento (dati AIRTUM e AIOM).
Una malattia dai sintomi vaghi, e per questo con una diagnosi precoce rara. Il tumore ovarico sta però uscendo dall’ombra: l’8 maggio si celebra in tutto il mondo la 13esima Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico: per il Comitato Organizzatore Internazionale (World Ovarian Cancer Coalition), di cui Loto Odv fa parte, ricerca, informazione e diagnosi tempestiva sono le parole d’ordine per combattere il più pericoloso dei tumori femminili. In questa giornata la World Ovarian Cancer Coalition e le sue 200 organizzazioni partner di tutto il mondo uniscono le loro voci per aumentare la consapevolezza sul cancro ovarico e sollecitare la comunità sanitaria globale a riconoscere la patologia come una priorità sanitaria; se non si interviene per cambiare lo status quo, entro il 2050 saranno 12 milioni le donne a cui verrà diagnosticato un cancro ovarico e otto milioni quelle che moriranno a causa di questa malattia.
Sono numerosi gli appuntamenti scientifici organizzati per approfondire il tema, a cui sarà presente anche Loto Odv: Spring break 2025 – Keep blooming è l’evento targato GSK previsto per l’8 maggio, con la partecipazione Loto. Il 9 e 10 Maggio presso l’Hotel Royal Carlton di Bologna, Loto partecipa all’annuale convegno sul tumore ovarico, presieduto dal Prof. Zamagni e dal Prof. De Iaco del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Previsti il 9 maggio anche il convegno sull’HPV del Dottor Amadori a Casalecchio di Reno (BO) e il congresso sul tumore ovarico del Dottor Mandato (Ostetricia e Ginecologia Oncologica Azienda USL IRCSS di Reggio Emilia).
Il tumore ovarico, spesso diagnosticato in fase avanzata a causa di sintomi iniziali vaghi e aspecifici (addome gonfio, meteorismo, bisogno frequente di urinare), rappresenta una sfida importante sia per la medicina clinica che per la ricerca scientifica. Tuttavia, negli ultimi anni, la combinazione tra innovazioni tecnologiche e nuove strategie terapeutiche sta offrendo nuove prospettive di cura, come spiega la prof.ssa Anna Fagotti, direttrice UOC Ginecologia Oncologica Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, ordinario di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica, membro del comitato scientifico di Loto Odv e presidente ESGO (European Society of Gynaecological Oncology): “La chirurgia resta il cardine del trattamento del tumore ovarico, soprattutto nei casi in cui è possibile una citoriduzione ottimale, ovvero la rimozione completa o quasi completa del tumore. In questo ambito sono diverse le innovazioni significative, a partire dalla chirurgia mininvasiva: sempre più centri oncologici utilizzano approcci laparoscopici o robot-assistiti, che riducono i tempi di recupero e il rischio di complicanze, pur mantenendo un’elevata precisione nell’asportazione delle masse tumorali. Sono sempre più diffuse le tecniche di fluorescenza intraoperatoria, nuovi coloranti e tecnologie ottiche permettono di identificare con maggiore precisione i tessuti maligni durante l’intervento. Infine oggi possiamo parlare di chirurgia personalizzata: grazie a una migliore comprensione del profilo genetico del tumore (BRCA1/2, HRD, ecc.), è possibile adattare il trattamento chirurgico e post-operatorio alle caratteristiche individuali della paziente”.
Fagotti spiega poi come l’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando l’oncologia, offrendo strumenti predittivi e diagnostici sempre più raffinati: “Alcune applicazioni chiave dell’IA in oncologia includono la diagnosi precoce e imaging: sistemi di IA analizzano immagini radiologiche e dati clinici per individuare anomalie sospette con sensibilità superiore ai metodi tradizionali; la predizione della risposta ai trattamenti: algoritmi di machine learning possono identificare i sottotipi tumorali più sensibili a determinati farmaci, contribuendo a una terapia più mirata e meno tossica; il supporto alla decisione clinica: le piattaforme digitali integrate assistono i team oncologici nella pianificazione del trattamento, basandosi su big data e studi clinici in tempo reale”.
Gran parte delle pazienti sceglie il centro da cui farsi seguire in base alla vicinanza, mentre è fondamentale scegliere il luogo giusto in cui curare questo tipo di tumore, come spiega Sandra Balboni, presidente Loto Odv: “La malattia andrebbe affrontata solo da medici specialisti in centri di riferimento da gruppi multidisciplinari di patologia composti da ginecologi, oncologi medici, radioterapisti, anatomo-patologi ed esperti di terapie di supporto. Questo non sempre avviene in Italia e perciò raccomandiamo a pazienti e caregiver di rivolgersi solo a centri ad alto volume di interventi (cioè che trattano molti casi l’anno) dove, non a caso, si registrano i tassi di sopravvivenza migliori”.