La sfida andata in scena oggi nel primo pomeriggio tra Rafael Nadal e Novak Djokovic è stata forse l’ultima partita del Maiorchino nel campo che lo ha reso celebre.
Si, perché vincere 14 titoli del Roland Garros è un’impresa che non ha eguali e probabilmente mai l’avrà.
Oggi tutti allo Chatrier facevano il tifo per Nadal, forse perché quando si arriva verso la fine si ha un po’ di compassione per chi non è più quello di una volta. O forse per quella deliziosa educazione sportiva, umile, rispettosa, condita da un ‘’discreto’’ braccio sinistro.
Nadal oggi ha rischiato di perdere malamente, ma la Dea del tennis ha deciso che un addio troppo umiliante non era giusto, non era giusto per tutto quello che Rafa ci ha regalato.
L’avversario Novak Djokovic non è uno qualunque. I due hanno condiviso l’apice del tennis moderno insieme a Federer , formando i Big Three, dando spettacolo ed emozioni per circa 20 anni.
L’ incontro di oggi ci ha raccontato che Djokovic può ancora dire la sua, nonostante l’età e i continui infortuni, come quello al ginocchio dei primi di giugno.
Avanti 6-1 4-0 e servizio, Nole sembrava voler chiudere la magica serie con una netta spallata, ma Rafa non si è mai arreso, mai ha gettato la spugna, recuperando addirittura due break.
Come già detto in precedenza , i due hanno fatto appassionare milioni di persone a questo sport, come nella finale dell’Australian Open 2012, vinta dal Serbo dopo 6 ore di agonia.
Djokovic avrà pur vinto la partita e la serie, ( 31-29 dice la statistica) ma non per questo va delineato come più forte.
Nonostante la sconfitta, oggi l’applauso va soprattutto a Rafa, ragazzo speciale cresciuto a dritti e rovesci, diventato uomo vincendo titoli di slam a raffica, diventato leggenda vincendo le Olimpiadi nel 2008.
A queste di olimpiadi Rafa deve ancora qualcosa. Il doppio con il baby fenomeno Alcaraz è tutto da gustare e chissà se Rafa potrà entrare un’altra volta nell’Olimpo. Diciamolo, un po’ tutti lo sogniamo. Sarebbe la degna uscita di scena di un fuoriclasse senza tempo.